Skip to main content

Abbiamo parlato di una visione dell’azienda e di come “leggerla ed intervenire” su di essa e adesso che abbiamo chiuso questi cerchi facciamo uno “zoom out”.

Ritengo questo argomento estremamente utile per gestire un’azienda e per prendere decisioni, ma andiamo per gradi e partiamo da un’affermazione.

“Le aziende sono organizzazioni complesse orientate alla creazione di valore.”

Per riflettere su questi concetti dobbiamo affrontare il tema della complessità e della creazione di valore.

Riassumo brevemente il concetto di “valore in azienda” in quanto ne abbiamo parlato nell’articolo su “Come migliorare un’azienda” ossia, anche se possiamo non pensarla allo stesso modo sul concetto di “valore” o meglio di cosa sia per ognuno di noi il valore le aziende vengono proprio pagate perché creano valore nel mercato. Reale o almeno percepito.

Dobbiamo invece soffermarci sul concetto di “complessità” e, collegato a esso, sull’approccio “sistemico”.

“Problemi” in azienda: Semplici, complicati, complessi, caotici

L’approccio sistemico sostiene che per comprendere un fenomeno è importante considerare l’insieme degli elementi che lo compongono e le relazioni tra gli stessi.

Partendo dal presupposto che possiamo concepire più o meno ogni cosa come un “sistema” prendiamo i “problemiin azienda.

Ne possiamo definire 4 tipologie: semplici, complicati, complessi e caotici.

  1. Problemi semplici: sono risolvibili ed hanno un chiaro rapporto di causa-effetto ossia posso fare un’azione e aspettarmi una determinata soluzione.
    Se giro in senso orario un cacciavite sulla testa di una vite mi aspetto che la stessa si avviti all’interno del pezzo. Se lo faccio nel senso opposto mi aspetto di svitarla. Se ripeto questa azione cento volte mi aspetto sempre lo stesso risultato.
  2. Problemi complicati: sono problemi che mantengono sempre il rapporto causa-effetto ma per essere risolti necessitano di competenze specialistiche.
    Se vedo un orologio o uno smartphone scomposto in ogni suo pezzo, so che è possibile ricostruirlo ma senza il libretto di istruzioni o un’alta competenza sarà difficile arrivare a ricomporlo però una volta che ho ricostruito il primo smartphone ho appreso una competenza che mi sarà utile e migliorerà la costruzione del secondo. Se i pezzi sono gli stessi mi aspetto che lo smartphone o l’orologio che verrà fuori sarà il medesimo.
  3. Problemi complessi: qui rientrano tutti i problemi che hanno a che fare con le persone.
    Gestire un team di lavoro, crescere un figlio, chiedere a una persona di sposarsi e in generale tutto ciò che concerne le “relazioni”. Qui il risultato non è per niente certo e non è sempre lo stesso. Questo sistema non è la somma delle singole parti ma “qualcosa di diverso” che nasce dalla relazione tra le parti. Se desidero “creare” una certa cultura aziendale non esiste un libretto di istruzioni ripetibile e sempre applicabile.
  4. Problemi caotici: Sono problemi imprevedibili e che non possono avere una chiara relazione causa-effetto.
    Un disastro naturale che colpisce la mia azienda oppure una diffusione di notizie false su di essa.

Prendere decisioni in una realtà complessa

Se l’azienda è un’organizzazione complessa, come mi muovo?

Come posso prendere decisioni quando ho troppe poche informazioni per legare le cause agli effetti? Oppure quando le possibili scelte davanti a me sembrano tutte avere pro e contro equiparabili?

E qui casca l’asino… vorreste che io vi risponda in modo semplice con un “si fa così e così…” ma in verità…se ci siamo capiti… non ci sono soluzioni preconfezionate da dare ma approcci… approcci ed esperimenti!

Prendiamo un libro che per me ha aperto le porte a questo mondo:
“Allenarsi alla complessità” di Alessandro Cravera

Quando incontro un problema complesso in azienda posso conoscere alcune informazioni determinanti per la soluzione del problema stesso solo quando entro nel problema. Quindi devo AgireOsservareApprendere e Adattare di conseguenza l’azione.

Il primo punto è l’azione, ma l’azione deve essere fatta in modo un po’ diverso a come siamo abituati ossia considerando il punto di partenza più che quello di arrivo.

In situazioni complesse non si può partire dal risultato desiderato e, a ritroso, capire quali azioni è necessario fare per raggiungerlo… bensì dobbiamo partire dallo stato del sistema, della nostra azienda, per poi agireosservare l’effetto delle nostra azioni, apprendere da ciò che succede e modificare nuovamente le nostre azioni.

Analizzare non è utile e può far perdere tempo, inoltre ci può mettere un paraocchi che ci fa credere di avere il controllo.

In sostanza per prendere decisioni dobbiamo partire dal contesto e, come propone Snowden nel suo Cynefin Framework, dal classificare il problema questo anche perché noi, come umani, abbiamo la necessità di semplificare per poter prendere decisioni, per poter scegliere i comportamenti da adottare.

Cynefin Framework

Snowden rappresentazione Cynefin Framework da Wikipedia.org

L’azienda come sistema dialogico

Siamo sempre alla ricerca di risposte, di semplicità, di soluzioni… e, in questa ricerca sbattiamo volutamente la testa nelle contrapposizioni.

Il bene al male, la razionalità all’emotività, ordine e caos, vita e morte, amore e odio, forza e debolezza, felicità e tristezza, successo e fallimento…

E se queste contrapposizioni fossero anche complementari? Influenzanti una sull’altra? Parte di un “dialogo” costante?

La realtà è proprio questa! Un costante dialogo tra sistemi che, per nostra convenzione, consideriamo opposti e distaccati.

Per essere un buon imprenditore devo essere razionale o coinvolto emotivamente?

Devo impostare l’azienda sulle regole o sulla libertà?

Le decisioni devono essere centralizzate o distribuite?

È meglio privilegiare la qualità o la quantità?

Dovrei incentivare la competitività o la collaborazione?

Ognuno di noi potrà rispondere l’una o l’altra ma la risposta “sicura” su uno dei due estremi è una fallacia logica. Una falsa convinzione.

Questo perché l’ideale è sempre un equilibrio tra i due estremi e un estremo non può esistere senza l’altro.

La qualità senza quantità non esiste, così come non esiste un imprenditore esclusivamente razionale oppure un’azienda dove la competitività è tutto e la collaborazione non entra nemmeno dalla porta.

Questi estremi sono importanti allo stesso modo, solo che ci rimane difficile concepirlo nella realtà.

I sistemi complessi sono continuamente in dialogo al loro interno e, che lo vogliate o meno, la vostra azienda è un sistema complesso!

Quindi vi invito ad accogliere la complessità, anche nella vostra quotidianità… e, ovviamente, a diffidare di colore che hanno sempre la verità in tasca.

La nostra capacità come imprenditori non è solo quella di disegnare la rotta ma anche quella di leggere il vento.

Se pensate all’educazione di un figlio viene facile pensare che la modalità che utilizzate quando ha 3 anni è diversa da quanto ne avrà 10 e figuriamoci a 20. Perché con un figlio questo concetto è semplice da capire mentre in azienda non si riesce nemmeno a concepirlo?

L’azienda ogni anno diventa un’altra cosa… le mie decisioni, possono rimanere sempre le stesse?

Riferimenti: Festival della complessità

Federico Gagliarde

Author Federico Gagliarde

More posts by Federico Gagliarde

© Oltremira. Tutti i diritti riservati.